L’Associazione Mi fido di te è nata dalla volontà di un comitato promotore di familiari e pazienti con Disturbi del Comportamento Alimentare (DCA). Il nome “Mi fido di te” richiama ad un atto di fiducia, di solidarietà: fidarsi è affidarsi in un’alleanza terapeutica e d’intenti che unisca gli esperti del settore ai pazienti e alle loro famiglie. Alla luce di questo intento, l’Associazione si assume l’impegno di fare da ponte tra i pazienti, le famiglie e i Servizi per poter garantire delle risposte efficienti e sensibili alle richieste sempre mutanti che un disturbo così insidioso pone. Alla presentazione di una nuova Associazione si è soliti far seguire le ragioni e gli scopi che la caratterizzano. Vogliamo porre l’accento più forte sulle ragioni di questa nostra Associazione, poiché le ragioni del nostro intervento saranno anche gli scopi che perseguiremo.
Gli scopi
La prima ragione, la più forte, è un atto dovuto di solidarietà umana e sociale verso tutte quelle famiglie che sono investite da questo problema. E’ sotto gli occhi di tutti, non solo degli esperti, ormai la rilevanza che tale fenomeno sta assumendo nella nostra società. Molti di questi familiari vivono lo sgomento di una patologia così insidiosa che lascia senza risposte o che sembra fallirle tutte. Si iniziano viaggi della speranza alla ricerca di risposte efficaci, shopping terapeutici che non fanno che aumentare l’incomprensione di tale fenomeno. Il nostro intento è di non lasciare più nessuna famiglia isolata, di costituire una rete di comunicazione e relazione in grado di garantire il massimo dell’informazione e della risposta. Accanto al lavoro con le famiglie con incontri settimanali di aiuto e crescita, all’informazione trasparente ed etica di ogni progetto, svolgeremo un lavoro di sostegno in collaborazione con le Istituzioni e i Servizi per promuovere la visibilità e la ricerca in campo DCA. Promuoveremo progetti atti all’aiuto e alla riabilitazione nello studio e nel lavoro per pazienti con disturbo DCA. Quanti di voi vivano una realtà del genere, sanno quanto sia incidentato il percorso da intraprendere per rintrodursi nel mondo, quel mondo, che a volte da anni si è abbandonato, preferendogli la clausura del sintomo.
Nel nostro caso le nostre ragioni divengono i nostri scopi, di contro ad un mondo che ci ha abituati a fare dello scopo una ragione. Convinti che: chi abbia dei forti perché possa combattere contro ogni come. Abbiamo bisogno della fiducia e del sostegno di tutti per far progredire un’idea di cura, che sostenga la sofferenza orientandola verso l’alleanza con il mondo.