– Mi fido di te onlus e il progetto “Cosa (non) ci vogliono dire: mondo giovanile e nuovi linguaggi”
Marsciano (PG) 9 aprile 2014 – Oggi ho assistito alla prima “messa in scena” di un capolavoro. Non parlo di una pièce teatrale, ma di un corso di formazione.
Le avevo seguite da dietro le quinte, montando qualche video, sottotitolando qualche spezzone, masterizzando qualche brano musicale. Avevo una vaga idea di quello che stavo facendo e per che cosa lo stavo facendo. Ma oggi per la prima volta ho partecipato a un “incontro formativo” di questa speciale task force dell’associazione Mi fido di te onlus. Un team di professioniste in grado di portare la chiarezza del dubbio dove la gente vaga nelle tenebre delle certezze. Una filosofa, una psicologa, un’esperta di comunicazione e marketing, tre professioniste diverse non solo per curriculum ma anche per carattere… Le ho viste lavorare insieme, sedurre una platea, coinvolgere il pubblico, lasciare il segno. L’occasione è stata quella del primo di una serie di incontri che si terranno nei prossimi mesi con i 12 comuni capofila dell’Umbria. La prima tappa era in una bella sala messa a disposizione dal Comune di Marsciano.
Nei loro incontri puoi assistere alla proiezione di uno spezzone tratto dalla serie TV del momento o da un film premio oscar dell’anno… Puoi restare ipnotizzato dalla spietata lucidità dell’approccio filosofico della dottoressa Paola Bianchini, dalla sterminata mole di dati statistici e dai trucchetti web della dottoressaMichela Angeletti o dalla nitida fotografia del narcisismo nella società contemporanea della dottoressa Claudia Crispolti. Insieme alle altre professioniste del team (dott. Chiara Burini, dott. Chiara De Santis e dott. Francesca Pierotti) hanno messo a punto una metodologia che funziona e riesce a portare dritte al cuore dei partecipanti le loro tesi.
Da un loro corso si esce con qualche granitica certezza in meno, con qualche dubbio in più e con la chance di potercela fare a orientarsi nella complessità del mondo che ci circonda e di cui dobbiamo occuparci.
Pur avendo il sospetto che possano applicare il loro metodo a ogni disciplina dell’umano sapere, in questa fase della loro esistenza si occupano di quello che abitualmente si definisce (con tutte le virgolette del caso) “disagio giovanile”. Lavorando in vari ambiti a stretto contatto con i ragazzi, ne conoscono le patologie, le paturnie, le debolezze, lo spaesamento. Realizzando questi incontri con insegnanti, genitori, educatori si propongono di fornire ai principali interlocutori dei ragazzi qualche strumento in più per essere in grado di svolgere meglio il proprio ruolo, dando loro in mano l’arma più potente di tutte: la consapevolezza.
Con il progetto “Cosa (non) ci vogliono dire: mondo giovanile e nuovi linguaggi”, queste paladine della conoscenza sono in tournée (se mi si concede il gioco) in 12 comuni umbri. Sono certo che questo non sarà che l’inizio perché di un aiuto come il loro c’è bisogno ovunque e l’approccio multidisciplinare che propongono è l’unico in grado di fare davvero la differenza.
Oggi le ho viste per la prima volta in azione e sono uscito da questa esperienza con una nuova visione dei corsi di formazione per il mondo adulto a supporto del mondo dei ragazzi. Ho sempre pensato che in questi incontri si facesse molta teoria su argomenti sconosciuti a chiunque abbia superato la soglia dei 16 anni. Ho scoperto invece un team preparato, aperto al dialogo, capace di guidare il pubblico in un percorso a tappe verso un nuovo livello di consapevolezza. Con tecniche e strumenti capaci di lasciare il segno nel “corpo” – e non solo nella mente – dei partecipanti.
Chiunque abbia la fortuna di avere nel proprio comune uno dei loro incontri, non se lo lasci scappare. In un mix di teoria e pratica, le paladine della consapevolezzadella Mi fido di te sono in grado di guidarci fuori dalla fitta nebbia del nostro presente. Non saranno certo loro a tirarcene fuori. Ma sono certamente in grado di indicarci una strada.
Marco Morello di supersalute.com